Spesso durante i miei interventi pedagogici, sono solita aiutare i ragazzi a svolgere i compiti assegnati dalla scuola di appartenenza cercando di attivare strategie di apprendimento consone alla persona: imparare ad imparare. Oggi mi è capitato con un ragazzo delle superiori di svolgere una ricerca di psicologia sul ruolo dei mass media e sull'influenza di quest'ultimi su adulti e bambini. Facendo delle brevi ricerche in internet ci siamo accorti di quanto la pubblicità influisca sui nostri comportamenti generando un circolo vizioso economico: siamo portati ad acquistare prodotti per moda e cultura che per una reale necessità biologica come la fame. Siamo più portati ad acquistare un prodotto visto in tv che leggere attentamente le etichette per vedere cosa contiene .... . Non parlo solo di giochi (e con l'arrivo della Pasqua siamo più esposti ai bombardamenti pubblicitari) ma di cibo .... ovvero di salute.
Di fatto i bambini vedono la pubblicità come parte integrante dei programmi televisivi preferiti e non è un caso se alcuni prodotti sono associati a personaggi e musichine che richiamano i cartoni animati del momento. Personaggi che lungo gli scaffali di un supermercato, si impongono dirompenti ed adattati ad ogni fascia di età (Mascha e orso per i più piccoli, Violetta e Batman per i grandicelli). E' vero, la pubblicità fa parte della vita quotidiana e nessuno di noi ne è esente tanto che diverse discipline (non solo psicologiche) hanno condotto ricerche su ricerche per venire a capo di una questione tanto spinosa quanto delicata. Senza contare tutto il marketing condotto dai professionisti per poter rendere un prodotto "appetibile" prima agli occhi e poi al palato ... .
Certamente la pubblicità non ha effetti positivi soprattutto quando quest'ultima viene fruita dai piccoli spettatori attraverso i canali emotivi tralasciando quelli intellettivi. Inoltre va considerato che gli spot pubblicitari se da un lato vengono percepiti dal bambino come uno spettacolo, dall'altro mettono "in moto" il desiderio di possedere quel gioco, quello snack, portando piano piano il genitore all'acquisto. Quest'ultimo poi, non è del tutto esente e impermeabile dalla pubblicità ... cedendo piano piano alle richieste del figlio. Per un genitore questo è il classico caso in cui dovrebbe far riflettere il proprio pargolo sulla differenza fra reale necessità e superfluo, ma nel mondo del consumismo di massa è difficile se non talvolta impossibile: anche un genitore è vittima inconsapevole di tali meccanismi ... .
Lo spot pubblicitario è una forma di comunicazione che piace ai bambini. Non è un caso che un prodotto reclamizzato spesso è racchiuso all'interno di un contesto colorato, vivace e sereno.
Effettivamente i bambini ricordano più degli adulti uno spot pubblicitario rendendoli "vulnerabili" anche perchè l'atmosfera dominante in genere è quella familiare, accogliente, calorosa, la stessa che sentono nel proprio ambiente domestico.
Tornando all'educazione alimentare, è difficile far comprendere ai nostri figli che uno snack fa male alla salute perchè ricco di zuccheri semplici, coloranti e conservanti, rispetto a della buona e sana frutta. Come è impossibile non cedere alle incessanti richieste dei bambini appena si entra in un supermercato: dalle brioche confezionate alle patatine con sorpresa ai succhi di frutta per intenderci, tutti prodotti che hanno poco a che vedere con il nostro benessere. Da mamma e da pedagogista consiglio a tutti i genitori, prima di entrare in un supermercato, di parlare con i figli e decidere a priori cosa vogliono: il divieto assoluto porta ad incessanti ripicche e bizze .... . Vuoi il succo di arancia? Solo quello ... . Vuoi l'ovetto di cioccolato? Solo quello ... .
Un'altro metodo è fare la spesa dai produttori locali e spiegare ai propri pargoli la differenza fra un prodotto confezionato ed uno fresco leggendo assieme le etichette. E poi via alla fantasia ... . Da un pezzo di cioccolato è possibile fare dei cioccolatini fatti in casa, dalla frutta delle deliziose spremute addolcite con il miele .... perchè il benessere è importante a qualsiasi età ed in ogni famiglia c'è un laboratorio a costo 0: la cucina!
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